La prima donna direttrice di un museo in Italia
Fernanda Wittgens, figura iconica del panorama artistico italiano del XX secolo, non fu solo una direttrice di museo lungimirante, ma anche una donna dal cuore impavido che si oppose con coraggio al regime nazista.
La sua influenza si estese ben oltre le mura della Pinacoteca di Brera, di cui fu direttrice dal 1940 al 1957, permeando il mondo dell’arte, del design e della moda.
Restauri alle opere in attesa-della riapertura della
Pinacoteca dopo la guerra (1950)
(Courtesy Publifoto)
Durante il periodo buio del Nazismo, Wittgens non esitò a mettere a rischio la propria vita per proteggere opere d’arte e persone perseguitate. Grazie alla sua posizione di direttrice della Pinacoteca di Brera, riuscì a nascondere capolavori di artisti come Raffaello e Tiziano all’interno delle mura del museo, salvandoli dalle razzie naziste.
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Fiori a Brera” e sfilate di moda in Pinacoteca (1956)
(Courtesy Laboratorio fotoradiografico della Pinacoteca di Brera)
Locandina per promuovere le aperture serali della Pinacoteca (1955)
(Courtesy Raccolta Nando Salce)
Fernanda Wittgens diede impulso alla ricostruzione post-bellica del Teatro “Alla Scala” di Milano e al restauro de “L’Ultima Cena” di Leonardo Da Vinci.
Visite delle scuole elementari di Milano alla Pinacoteca, organizzate da Wittgens (1957)
(Courtesy Laboratorio fotoradiografico della Pinacoteca di Brera)
Oltre al suo ruolo di direttrice, Wittgens era anche una prolifica scrittrice e critica d’arte. I suoi scritti, permeati da una profonda conoscenza e da un’acuta sensibilità estetica, influenzarono notevolmente la critica artistica del suo tempo.
La sua figura rappresenta un’ispirazione per tutti coloro che amano la bellezza e che credono nel potere trasformativo dell’arte.
Ogni Fernanda tote bag è un’opera d’arte artigiana, un capolavoro di design che rievoca lo spirito innovativo e la visione lungimirante di Fernanda Wittgens.
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